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Rassegna Stampa

 

Da "Il nuovo Diario Messaggero" del 13 aprile 2008

LUGO

Festa per il compatrono

Con la Caveja arrivano la musica e le giostre

13/04/2008


Lugo, una città tanto speciale da potersi permettere pure il compatrono. Non bastava infatti ai lughesi il buon Sant’Ilaro con il suo busto saccheggiato dai francesi a fine ’700. Non bastava l’insurrezione dell’intera popolazione locale contro Napoleone. La grande tradizione cristiana del popolo lughese ci riporta infatti a più di trecento anni fa, al 1706, anno in cui prese piede in città la devozione a San Francesco di Paola. La figura del santo di origini calabresi da sempre vanta un grande seguito a Lugo.
Ne sono una testimonianza le 104 immaginette votive (ex-voto) presenti nell’omonima chiesa di corso Garibaldi, così come le altre decine sparse nelle parrocchie di tutto il vicariato e non solo. Don Carlo Sartoni, che della chiesa di San Francesco di Paola ne è il parroco, da anni si è concentrato nello studio del carisma e della spiritualità di questo santo vissuto nel ’400, così come delle particolari vicende che ne determinarono la sua adozione come protettore di tanti abitanti di Lugo.
«Tutto cominciò nel 1706 - spiega don Sartoni - quando la famiglia Bolis chiese e ottenne da San Francesco di Paola la grazia di avere un figlio. Il santo venne ringraziato dai coniugi con una festa, allietata da una rappresentazione teatrale sacra i cui testi sono rinvenibili presso la biblioteca Trisi, e gli venne inoltre dedicato un altare nella chiesa del Carmine». Tra l’altro, proprio quella dove un’ottantina di anni dopo i napoleonici avrebbero sottratto il busto di Sant’Ilaro. Senza invece toccare quello del santo francescano. Corsi e ricorsi della storia, si direbbe. «Dal 1737 inoltre - continua don Sartoni - venne istituita a Lugo una Confraternita intitolata a San Francesco di Paola, con l’intento di promulgarne la devozione». Un tentativo questo riuscito, per il quale i segni parlano ancora oggi. Di quelle 104 immagini votive, l’ultima risale al 1945, ossia al periodo della guerra civile. Don Carlo ce ne mostra soddisfatto una copia su carta. Si vede un giovane che sfugge a delle fucilate, «probabilmente è stato salvato da un’esecuzione in tempo di guerra». Ma poi non mancano in altri ex-voto riferimenti diretti alla città di Lugo, come un dipinto che ci presenta la stazione locale come appariva alla fine dell’Ottocento. «Storie di uomini e donne lughesi che hanno affidato tutte le difficoltà della loro vita a San Francesco di Paola, e grazie alla sua intercessione le loro richieste inoltrate a Dio sono state accolte. Non a caso - ricorda - fu proprio papa Alessandro VI a definire il santo di Paola come un ’ardentissimo imitatore di Gesù».

Programma
Nonostante la ricorrenza di San Francesco di Paola sia nel giorno del 2 aprile, Lugo festeggia "San Franceschino" 21 giorni dopo Pasqua. Questo fine settimana si entra quindi nel cuore delle celebrazioni con gli appuntamenti degli eventi religiosi che culmineranno nella processione con l’immagine del santo, che si terrà sabato 12 aprile dopo la Messa delle 18 e sarà presieduta dal vescovo Tommaso Ghirelli. Una processione cittadina, è bene ricordarlo, che viene riproposta per il suo terzo anno consecutivo dopo che non si svolgeva dal 1969. Oltre alla giornata centrale di domenica 13 con tutte le messe festive, lunedì 14 si terrà poi in parrocchia la giornata delle benedizioni dei bambini. Durante le celebrazioni del compatrono sarà possibile visitare la mostra sui 140 anni dell’Azione Cattolica.

Giovanni Bucchi

 

Da "Il nuovo Diario Messaggero" del 28 marzo 2008

LUGO

La missione in parrocchia

Don Ubaldo Orlandelli, da 16 anni in Siberia

28/03/2008
Sedici anni in Siberia, in mezzo alle steppe. Là dove sette decenni di comunismo avevano affossato ogni forma di religione. A partire dal Cristianesimo. Là dove da 50 anni nessuno più vedeva un prete.
E’ la storia di don Ubaldo Orlandelli, 46enne originario di Fidenza, sacerdote della Fraternità San Carlo Borromeo. La sua esperienza, la sua testimonianza di missionario in Siberia, nel cuore gelido della Russia, saranno al centro dell’incontro che si terrà sabato 5 aprile alle 21 nell’aula magna di Ragioneria.
A organizzare l’iniziativa la parrocchia di San Francesco di Paola e il movimento di Comunione e Liberazione, sostenuti dal Vicariato di Lugo e dal Centro missionario diocesano.
"Fino agli estremi confini della terra": non si poteva trovare un titolo più azzeccato. Non una conferenza o un dibattito ma semplicemente la storia di un uomo, il racconto di un’umanità ritrovata nell’adesione a una strada vocazionale ben precisa. Il sacerdozio, la missione fino agli estremi confini della terra.
Don Ubaldo è tornato in Italia nell’ottobre 2006. Sarà lui il protagonista dell’incontro, lui che in mezzo alle steppe e al vento freddo e pungente di quelle zone ha ricostruito una diocesi, messo in piedi parrocchie, riscoperto la fede di tante persone costrette a vivere in clandestinità la propria religione.
Da due anni è tornato nel suo paese per raccontare a tutti l’opera che con altri due amici, don Francesco Bertolina e don Gianni Malberti, sta conducendo in quelle terre per noi così lontane e desolate: la sua diocesi di Siberia era grande circa trentatre volte l’Italia, con sette fusi orari che la attraversano, e nemmeno una decina di preti.
Don Ubaldo rimarrà in Italia fino a ottobre, per continuare a far conoscere la storia della Fraternità San Carlo, che conta 100 preti e 15 case sparse per il mondo. Poi tornerà in Siberia, nel suo villaggio di Palavinoje. A Lugo viene per raccontare quest’opera, e per chiedere di sostenerla, di contribuire concretamente alla missione di Novosibirsk, dove con altri amici intende aprire una clinica internazionale. Una tappa breve ma intensa, qui a Lugo, nella parrocchia di San Francesco di Paola.
Sabato 5 e domenica 6 aprile parteciperà alle Messe (celebrerà quella domenicale delle 11.30 alla Collegiata) e incontrerà i giovani della parrocchia: i primi che dopo aver sentito e letto la sua storia hanno chiesto di conoscerlo.

Giovanni Bucchi